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Tre in carcere per furto aggravato, violazione delle norme sulle accise e associazione per delinquere. Sequestrati 140mila euro in contanti.

La banda del carburante . Arrestati trasportatore e due dipendenti infedeli. Sigilli a un distributore

La banda del carburante . Arrestati trasportatore e due dipendenti infedeli. Sigilli a un distributore

Una sorta di mercato parallelo di carburante. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza di Ravenna che, sulla scorta di indagini coordinate dalla Procura, ha arrestato tre persone, indagandone a piede libero altre due, sequestrato un distributore di carburanti ad Alfonsine, autocisterne e 140mila euro in contanti. Gli uomini delle Fiamme Gialle e i funzionari dell’Ufficio delle Dogane-Adm hanno dato corso a un’operazione che ha permesso di smascherare un gruppo dedito al furto di carburante da un deposito ravennate, la Petra srl, e alla sua commercializzazione attraverso canali non ufficiali.

Dalle indagini è emerso come attraverso l’elusione dei presidi di controllo interno del deposito, i protagonisti della vicenda riuscissero a rifornire le autocisterne di un quantitativo di carburante maggiore rispetto a quello dichiarato nei documenti fiscali, alterando anche i sistemi di misurazione del peso del mezzo. Questo, condotto da un trasportatore compiacente, giungeva poi presso i distributori stradali che potevano vendere il carburante in completa evasione di imposta, poiché sottratto anche all’accisa. Di rilievo l’entità dei profitti ottenuti. Il giro d’affari stimato, se protratto nel tempo, avrebbe fruttato introiti milionari.

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Gli arrestati sono sue dipendenti di Petra, un 58enne di Cervia – difeso dagli avvocati Silvia Brandolini e Paola Emilia Bellosi – e un 61enne di Ravenna, tutelato dall’avvocato Domenico Serafino. Con loro, in carcere, è finito anche un 50enne autotrasportatore ravennate, tutelato dagli avvocati Luigi Filippo Gualtieri e Stefano Dalla Valle. I tre rispondono di furto pluriaggravato, violazione della normativa sulle accise e associazione per delinquere. Ieri mattina, all’udienza di convalida, le difese hanno chiesto gli arresti domiciliari, solo il 58enne ha parlato davanti al Gip Corrado Schiaretti, facendo parziali ammissioni, mentre gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Indagati a piede libero sono un altro autotrasportatore, cui viene contestato un solo episodio, e il titolare del distributore sequestrato ad Alfonsine, destinatario del carburante rubato alla Petra.

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Il blitz è scattato all’alba di mercoledì, a seguito delle indagini avviate dopo la denuncia della Petra srl, impresa del gruppo Pir, che nell’inchiesta è parte lesa. Il primo a essere fermato è stato il 50enne autotrasportatore, la cui cisterna è stata ricondotta nel deposito di via Trieste.

Qui si è appurato che, a fronte di 22.245 litri di gasolio indicato sui documenti di trasporto, ne erano stati caricati 4224 in più, questi ultimi posti sotto sequestro: di fatto carburante sottratto al pagamento dell’accisa e pertanto in contrabbando. Ad incastrare i tre sono stati anche i sistemi di videosorveglianza. Intorno alle 4.30 del mattino il dipendente 58enne viene filmato mentre entra nel deposito, sposta un braccio di carico in modo da impedire la visuale a una telecamera e posiziona un bidone della differenziata impedendo la visibilità della manichetta utilizzata per il furto. Lo stesso apre poi lo stanzino della pesa dei lordi, collega la manichetta a una valvola di spurgo da cui esce il carburante a alla cui estremità era collegata l’autocisterna. Dopo avere disattivato con la propria chiave magnetica l’allarme anti-trabocco, l’erogazione poteva così superare il quantitativo autorizzato. Dopo avere intrapreso manovre atte a eludere la pesa lordi fino al raggiungimento del peso richiesto dal deposito fiscale, il secondo dipendente infedele provvedeva a effettuare un bypass per fare transitare l’autocisterna dalla corsia concordata, silenziando gli alert anti trabocco dalla propria postazione di lavoro.

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